Commedia caustica e irriverente, Babbo bastardo (Bad Santa, 2003) è prima di tutto un capolavoro di cinismo. La bonaria figura del generoso Santa Claus è dissolta nei fumi dell'alcoolismo di Willie (Billy Bob Thornton) un ossuto truffatore - ma anche sessuomane, misantropo, approfittatore, scassinatore, cinico, bastardo eccetera eccetera - che ne indossa gli abiti per intrufolarsi sornione nei centri commerciali e, accompagnato da un infido nano nero, per ripulirne le casseforti.
Una vita difficile, che Willie si trascina dietro appesa in malo modo come la sua divisa rossa da Santa Claus. Figlio di un padre senza amore, disertore del Vietnam, galeotto e reduce da matrimoni fallimentari, è uno di quelli a cui la vita non ha dato proprio nulla. E lui è paradossalmente costretto ad indossare i panni di chi dispensa doni ai buoni, a chi li merita. Ma lo fa in maniera per nulla convenzionale. Nemmeno la società gli ha dato nulla. Ne vive ai margini, ne viola le leggi continuamente con cinica indifferenza verso qualsiasi cosa. E ne viola anche i dettami, i decaloghi di comportamento, la morale.
La messa a nudo delle ipocrisie insite a questi valori è uno dei punti di forza di questo film ben diretto da Terry Zwigoff. Farlo attraverso una istituzione dei buoni sentimenti come Babbo Natale poi è davvero geniale: "Il fatto stesso che esista gente come me dimostra che Babbo Natale non esiste" confessa nel finale Willie. Lui è il prodotto di un sistema che se da un lato impone i centri commerciali, dall'altro non può fare a meno di creare categorie che sono costrette a starne fuori, a guardare le blandizie in vetrina senza poter attingere. Ad alcuni di questi non resta che appropriarsene. E Willie è uno di questi.
Il film diverte, fa riflettere, ridere, commuovere. Difficile chiedere troppo di più. Accoglienza fredda della critica, ma poco importa; nel complesso il lavoro di Zwigoff convince.
Una luce di speranza nel finale, in un bambino in cui in parte il protagonista si riconosce.
Nessuna redenzione però: i cattivi restano i cattivi e i buoni un po' più cattivi dei cattivi.
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